
l’Emdr consente di esplorare luoghi ben oltre quello che le parole consentono di approfondire
Il dottor Roger Solomon psicoterapeuta di fama internazionale, specializzato nel trattamento del trauma complesso e dell’elaborazione del lutto ha tenuto il seminario dal titolo “Trattamento del Trauma complesso con EMDR”, organizzato da EMDR Italia, a Milano il 12 e 13 Aprile. Oltre 2500 terapeuti da tutta Italia hanno seguito la lectio dell’esperto sulla psicologia del trauma, online e in presenza

Roger Solomon, psicoterapeuta statunitense, è direttore e docente senior dell’EMDR Institute e insegna terapia EMDR a livello internazionale. È un consulente del Senato degli Stati Uniti e nella sua esperienza lavorativa ha fornito consulenza alle forze dell’ordine e alle agenzie governative, tra cui l’FBI, i servizi segreti, la NASA, l’Ordine degli avvocati degli Stati Uniti e l’esercito degli Stati Uniti. In Italia collabora con la Polizia di Stato, Università di Roma (La Sapienza), ed è professore a contratto presso l’Università Salesiana di Roma. Oltre alla sua specialità nel trauma e nel lutto, fornisce una formazione avanzata sull’utilizzo della terapia EMDR nel trattamento del disturbo da stress post-traumatico complesso e della dissociazione correlata al trauma, e nella psicologia dell’emergenza in senso generale. E‘ autore o coautore di 45 articoli e capitoli di libri relativi alla terapia EMDR, trauma e lutto, traumi complessi e sintomi dissociativi, traumi acuti e stress nei soccorritori e nelle forze dell’Ordine. Di lui colpiscono la straordinaria preparazione sul tema del dolore e del trauma, e la capacità di stare nella cornice terapeutica con atteggiamento accogliente, partecipazione, acuto spirito di osservazione e doti empatiche non comuni. Sarà per questa ragione che nel week end migliaia di terapeuti hanno seguito il seminario dello specialista.
E’ sempre molto importante rafforzare le competenze che permettono a psicologi, psicoterapeuti e psichiatri, di riconoscere e trattare i traumi complessi e la dissociazione.
Questo workshop ha presentato come la Teoria della Dissociazione Strutturale della Personalità (TDSP) possa guidare il terapeuta nel trattamento con EMDR di traumi molto gravi, in modo tale che possa comprenderne le manifestazioni sintomatologiche a livello clinico e soprattutto consentire di poter applicare questa terapia in totale sicurezza. Ne abbiamo parlato con lo specialista.

Il dottor Roger Solomon con la dottoressa Isabel Fernandez Presidente di EMDR Italia
Dottor Solomon, partiamo dal ruolo del trauma sulla salute mentale. Lei rappresenta una delle colonne portanti della terapia EMDR, ci può spiegare come e perché il trauma venga considerato come evento di minaccia alla vita?
Il trauma per definizione è un evento che ha un impatto significativamente negativo sull’evoluzione di una persona, e tocca negativamente le capacità della persona di funzionare. Per questo è importante lavorare sul trauma, e risolvere i blocchi, per permettere al sistema di far ripartire la visione della vita in un modo nuovo.
Quale il legame tra il trauma complesso e i disturbi dissociativi?
Per rispondere alla domanda dobbiamo partire dal concetto di “separazione” come ad una linea su un continuum. Il trauma complesso infatti- prosegue lo specialista- affonda le radici in un trauma infantile che è riattivato da eventi del presente, che possono causare una “spaccatura”, un’interruzione sulla trama evolutiva della personalità. La dissociazione avviene quando si verifica una suddivisione marcata nella personalità in parti, ove ciascuna parte pensa ed influenza gli adattamenti, con la propria prospettiva in prima persona
E quale il legame tra trauma complesso e il sistema di attaccamento? La dissociazione è sempre legata ad una disorganizzazione del sistema di attaccamento. La dissociazione traumatica affonda le radici anche nel non avere sperimentato un legame sicuro e una protezione sufficienti a fronteggiare le emozioni provocate da quegli stessi eventi minacciosi. Sappiamo quanto i bambini dipendano dal sistema genitoriale per la sopravvivenza fisica ed emotiva, ci può essere un trauma di attaccamento in tutti i casi di trascuratezza, incuria, mancanza di supporto emotivo e conforto o quando la fonte del pericolo è anche la sorgente di sicurezza, nei casi di tradimento, e mancanza di sintonizzazione emotiva.

Prima di iniziare a lavorare sul trauma complesso e sulle memorie traumatiche immagazzinate in modo disfunzionale perché è così rilevante partire da un lavoro di stabilizzazione? Quando si verifica un evento negativo, l’impatto su una persona può causare una sensazione di sopraffazione, e si può sviluppare un evitamento fobico, ecco perché il terapeuta deve prestare attenzione a non rievocare troppo presto ciò che potrebbe essere troppo complesso da affrontare. Per questa ragione, è bene partire da una stabilizzazione del sistema, per aumentare nella persona la capacità di essere “presente”, per rafforzare le risorse, aiutando la persona a calmarsi, insomma è fondamentale fare “psicoeducazione” per allontanare sensazioni di colpa o vergogna. Così il clinico può trattare la dissociazione ed aiutare il paziente perché sia in grado di rielaborare il ricordo.
Quali sono i segnali che fanno pensare a un disturbo dissociativo?
Generalmente si posso considerare segnali di allarme quando il paziente sperimenta emozioni di irrealtà, quando il senso del sé può essere distorto, il paziente si guarda allo specchio e vede un bambino, sente il proprio corpo come strano, o riferisce di percepirsi come dentro un “sogno”. Il trauma può essere avvenuto in tenera età, i ricordi rimangono bloccati al tempo del trauma, come bloccato al tempo del trauma è anche il senso del Sé. Può succedere che la parte “bambina “prenda il sopravvento sulla parte adulta. Parliamo di dissociazione quando c’è un trauma grave e continuo che può portare ad una divisione della personalità dove ci sono le varie parti che contribuiscono alla gestione funzionale della vita quotidiana (la parte che accudisce la famiglia, la parte professionale ecc ) e poi ci sono altre parti che sono bloccate al tempo del trauma e ci sono parti che si sentono come “separate” dalle altre.

Quali sono dunque i passaggi essenziali di questo complessissimo lavoro clinico che utilizza l’EMDR per elaborare i ricordi traumatici e la reintegrazione della personalità nel contesto della relazione terapeutica? Le fasi fondamentali di lavoro sono tre, la prima è la fase di stabilizzazione di cui abbiamo parlato, che insegna alla persona le capacità per calmarsi, imparando a riconoscere e gestire le parti di sé e facendo capire alla persona che l’evento negativo è avvenuto nel passato e non sta più succedendo nel presente. In questa fase le parti devono imparare a collaborare con la parte “adulta” dell’individuo. La seconda fase è quella della elaborazione del ricordo doloroso. La terza fase è la reintegrazione della personalità per affrontare la vita in modo nuovo.
Il ruolo di grande efficacia dell’EMDR nella psicotraumatologia è confermato dalle evidenze scientifiche. Come si integra l’EMDR con gli altri metodi di psicoterapia?
Tutti gli inquadramenti psicoterapici riconoscono l’importanza che hanno i blocchi dei ricordi sull’evoluzione della personalità. Tanti sono i metodi che si possono utilizzare, ma certamente l’Emdr consente di esplorare luoghi ben oltre quello che le parole consentono di approfondire, perché consente di aumentare risorse e resilienza, e di gestire le emozioni disturbanti. Quello in cui eccelle l’EMDR, e questo è scientificamente dimostrato, è la capacità di rielaborazione dei ricordi, cambiando il modo in cui il ricordo è immagazzinato nel cervello.

Dottor Solomon lei è anche consulente del senato americano, consulente di numerosi enti di Polizia negli Stati Uniti come FBI, ed anche della Nasa quali sono le maggiori sfide e insidie per chi lavora in questo ambito? Tutte queste organizzazioni sono composte da persone, che lavorano in ambito internazionale, anche su eventi catastrofici dove muoiono persone, in contesti di emergenza i e per me è stata una benedizione ed un onore poter servire il mio paese ed altri paesi, come Italia e altri paesi europei, intervenendo su organizzazioni, soccorritori, famiglie e vittime di eventi traumatici per aiutarli a gestire e superare il trauma. Nonostante le differenze culturali, le persone sono persone, ed il modo di reagire al trauma è lo stesso. La forza dell’Emdr è di essere un metodo cross culturale/ interculturale.
Lei ha partecipato alla “nascita ed alla diffusione” della cultura e del metodo EMDR. Negli ultimi anni si sono moltiplicate le ricerche, che hanno contribuito alla diffusione di una grande cultura attorno all’argomento e le Associazioni EMDR dei vari paesi hanno molto investito, nel far capire il contributo delle esperienze traumatiche ai vari disturbi e di conseguenza sulla salute mentale. Lei ha visto la nascita del metodo EMDR in Italia, ed ha contribuito al suo sviluppo facendo il primo corso di EMDR. Come vede l’Associazione, che relazione ha con EMDR Italia, che immagine ha EMDR Italia a livello internazionale?
Lavoro in Italia dal 1999, ho visto l’EMDR Italia crescere, e posso dire che la ricerca svolta in Italia è molto avanzata ed apprezzata a livello internazionale sia per comprendere cosa avviene a livello neurofisiologico, che nel campo oncologico, sul lutto, la depressione ed i disturbi d’ansia ed il trauma complesso. In generale l’EMDR Italia ha fornito un contributo di grande rilevanza in ambito internazionale, in particolare nello studio del trauma complesso e della dissociazione. Alcuni giganti del settore sono stati e sono Italiani. In Italia l’Associazione è molto attiva nella gestione della psicologa delle emergenza fornendo servizi concreti e di alto profilo nei contesti bellici, nelle catastrofi naturali ecc, passando da un metodo che inizialmente era considerato sperimentale allo stato dell’arte attuale di evidenza scientifica.

Come valuta la collaborazione tra le varie associazioni EMDR nel mondo e come vede il ruolo dell’associazione italiana ed Europea?
Sta crescendo la comunità mondiale dell’EMDR di cui anche l’Italia fa parte. L’Italia credo sia l’organizzazione più grande ed è molto accreditata ed apprezzata la ricerca scientifica Italiana. Le organizzazioni governative sanno di poter contare su una terapia molto efficace nell’intervento sul trauma.
All’inizio l’EMDR, nei primi anni, è stato molto attaccato, poi le cose sono cambiate. A che punto siamo adesso?
Lo stato dell’arte attualmente ci dice che l’EMDR è efficace a tutti i livelli. Ci sono molti metodi terapeutici, ma personalmente, avendo lavorando con la fondatrice del metodo Francine Shapiro mi sento di dire che la terapia EMDR è la terapia d’elezione nel trattamento del trauma.
Secondo lei cosa direbbe oggi Francine Shapiro dell’Emdr Italia?
Sarebbe molto felice ed orgogliosa e direbbe ad EMDR Italia “continuate così” e a me direbbe “Roger continua a lavorare con EMDR Italia”.

(La dottoressa Isabel Fernandez)
Dal 1999 circa 30.000 psicoterapeuti sono stati formati in Italia nell’applicazione della terapia EMDR- gli fa eco la presidente di EMDR ITALIA Isabel Fernandez– e questo ha permesso di poter aiutare i pazienti, le famiglie e anche le comunità con un trattamento efficace come l’EMDR in situazioni di traumatizzazione acuta, oppure su disturbi post-traumatici cronici, con bambini, adulti, con soccorritori, con le Forze dell’Ordine e con popolazioni vulnerabili. Questo grande sviluppo è stato promosso dall’Associazione EMDR Italia, una società scientifica che si è focalizzata molto nella ricerca, nella collaborazione con le istituzioni, nella psicologia dell’emergenza e nella formazione avanzata dei suoi soci.
Negli ultimi 26 anni- prosegue la numero uno di EMDR Italia- il Dottor Solomon ha contribuito in modo significativo a questo sviluppo, formando e condividendo la sua esperienza e competenze con psicoterapeuti italiani, aiutando così indirettamente migliaia di pazienti nel nostro paese.