19 maggio - Giornata mondiale delle malattie croniche intestinali: a che punto siamo

Un mese intero dedicato alla salute dell’intestino! È iniziato lo scorso 19 aprile con IBS world day (giornata mondiale della sindrome del colon irritabile), fino al 19 maggio, Giornata Mondiale delle Malattie Infiammatorie Croniche dell’Intestino (MICI), detta anche “World IBD Day”. “IBD has no borders” è il claim 2024: l’infiammazione intestinale non ha confine, di età, sesso, storia famigliare e personale. A che punto siamo? A colloquio con gli specialisti

Le Malattie Infiammatorie Croniche dell’Intestino sono patologie caratterizzate da un’infiammazione del tratto intestinale che accompagna il paziente per tutto il corso della vita: una vera sfida per lo specialista gastroenterologo, ma anche per il medico di medicina generale perché richiedono una presa in carico a 360° del paziente, dalla diagnosi iniziale, al piano di intervento terapeutico che deve essere diversificato e personalizzato, al continuo monitoraggio clinico-strumentale. Si identificano due principali e distinte patologie: la Retto-Colite Ulcerosa e la Malattia di Crohn, ognuna con caratteristiche peculiari.

Uno scenario altrettanto complesso accomunato dalla gestione della cronicità, è quello dei disturbi funzionali gastro-intestinali, ribattezzati disturbi dell’interazione intestino-cervello per sottolineare il coinvolgimento del sistema nervoso centrale ed enterico nel percorso pato-fisiologico. Questo nuovo approccio ha identificato 27 patologie ed è tuttora di fondamentale importanza non solo per la corretta definizione delle differenti patologie ma anche per supportare la corretta formazione dei clinici e degli operatori sanitari. Le patologie funzionali gastro-intestinali rappresentano il 40% delle diagnosi mediche dal gastroenterologo3 ed è consolidato come un efficace rapporto medico-paziente possa migliorare in modo significativo la consapevolezza e quindi la soddisfazione del paziente, l’aderenza al trattamento e di conseguenza la riduzione dei sintomi con un impatto positivo generale sulla qualità di salute e di vita

Le Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali (MICI), tra cui le più note sono la Malattia di Crohn e la Colite ulcerosa, colpiscono oggi in Italia circa 250.000 persone che si stima possano raddoppiare entro il 2030. La dr.ssa Angela Variola gastroenterologa, coordinatrice della ricerca clinica presso la IBD Unit del IRCCS Sacro Cuore Don Calabria di Negrar nel corso del prossimo hospital meeting dedicato al “Farmaco vegetale in gastroenterologia” tenuto dalla dr.ssa Heide De Togni, direttore scientifico di Schwabe Pharma Italia ha fornito alcuni importanti approfondimenti al riguardo.

La Dottoressa Heide de Togni Direttore scientifico Schwabe Pharma Italia

In qualità di clinico, quali sono i sintomi di un’infiammazione intestinale? A cosa deve prestare attenzione il paziente?

“L’infiammazione intestinale può manifestarsi con vari sintomi, che dipendono dalla sede anatomica del tratto gastrointestinale coinvolta e dall’intensità dell’infiammazione stessa; i sintomi a cui il paziente deve prestare attenzione per una diagnosi precoce, detti anche “red flags” sono la diarrea (soprattutto se anche notturna), la presenza di sangue nelle feci, il dolore addominale (soprattutto se non correlato ai pasti), il calo di peso non voluto, la presenza di fistole o ascessi perianali; ricordo che l’infiammazione intestinale può avere anche delle manifestazioni extraintestinali a livello articolare, cutaneo e oculare.” afferma la dottoressa Variola.

Quali sono le strategie da adottare per affrontare il problema?

“E’ importante che il paziente riconosca questi sintomi e si rivolga il prima possibile al medico di medicina generale che potrà prescrivere degli esami di primo livello non invasivi (esami del sangue e delle feci) che possono permettere di confermare o meno il sospetto di malattia infiammatoria cronica intestinale avviando poi a valutazione specialistica il paziente.”

La dottoressa Angela Variola Gastroenterologa

Nella sua veste di scienziata e ricercatrice, conclude:

“E’ ormai evidente che il microbiota sia un attore fondamentale all’interno di svariati scenari clinici; in particolare nel mio ambito, il ruolo rivestito dal microbiota è fondamentale in tutte le fasi della patologia, in particolare nell’esordio, nelle riacutizzazioni, nella modulazione delle manifestazioni extraintestinali e recentemente pare anche nel metabolismo di alcuni dei farmaci comunemente utilizzati per queste patologie. Ad oggi nelle guidelines internazionali i probiotici compaiono solo in due setting clinici specifici (la prevenzione della pouchite e la colite ulcerosa lieve-moderata con intolleranza alla mesalazina) ma ritengo che in futuro le indicazioni verranno ampliate in sinergia con l’aspetto nutrizionale (dati crescenti per quest’ultimo aspetto soprattutto per la malattia di Crohn).”

Nel corso dell’evento presso il Reparto di Gastroenterologia dell’ospedale veronese, ampio spazio è stato dedicato anche alle patologie funzionali gastro-intestinale. “I disturbi funzionali gastro-intestinali hanno come fattor comune la ricorrenza e cronicizzazione dei sintomi che possono variare nel tempo, senza risolversi mai completamente- continua Heide De Togni direttore scientifico di Schwabe Pharma Italia- Nell’ambito delle strategie terapeutiche basate sull’evidenza clinica per il trattamento delle patologie funzionali gastro-intestinali, il farmaco vegetale tradizionale a base di Menthacarin® e presente in Italia ed in numerosi Paesi nel mondo, riveste un ruolo di particolare interesse per il profilo di efficacia e sicurezza. Sono stati identificati un totale di 13 studi clinici e 2 studi osservazionali: sono stati analizzati i dati su oltre 3100 pazienti. La popolazione in studio era costituita prevalentemente da persone con disturbi quali dolore addominale, gonfiore, crampi e meteorismo e la durata del trattamento negli studi identificati variava tra 28 giorni e 3 mesi. La popolazione trattata ha mostrato miglioramento significativo dopo due settimane di cura e tale miglioramento continuava nel trattamento prolungato. Tali sintomi sono comunemente associati a dispepsia funzionale ma anche a sindrome dell’intestino irritabile”.

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